Dove nasce il vino autentico: dentro le aziende vinicole del Monferrato

Dove nasce il vino autentico dentro le aziende vinicole del Monferrato

Nel mondo del vino, termini come “artigianale”, “naturale” o “di territorio” sono ovunque. Ma se tutto è autentico, allora nulla lo è davvero.
 Un vino autentico non si racconta con slogan: lo si riconosce nel modo in cui viene pensato, prodotto, custodito. È il frutto di una scelta coerente tra terra, processo e persona. Inizia molto prima della bottiglia, e continua anche dopo il primo sorso.

Il Monferrato: un terroir che parla da solo

Il Monferrato non è un territorio da cartolina: è complesso, vivo, imperfetto. Le sue colline non sono lineari, le altitudini cambiano, i microclimi convivono nello stesso comune.
 È proprio questa varietà a renderlo un luogo ideale per esprimere la personalità di vitigni autoctoni come Barbera, Grignolino o Cortese. Ma il terroir non è solo geografia: è anche interazione quotidiana tra uomo e ambiente, un equilibrio che si costruisce nel tempo e si rispetta ogni anno, ogni vendemmia.

Dentro una cantina vera: silenzio, lavoro e stagionalità

Quando si entra in una cantina operativa – fuori dagli orari delle visite – si percepisce un’altra dimensione: quella del lavoro ciclico, paziente, non appariscente.
 Ci sono momenti di attesa e momenti di frenesia. C’è il rumore dell’acciaio durante i travasi, il silenzio delle botti che riposano, l’umidità che si deposita sulle pareti.

In primavera si lavora sulla vigna, in estate si monitora. A settembre, la raccolta: manuale in molti casi, selettiva, rispettosa. A ottobre, la fermentazione; a novembre, la prima maturazione.
 Tutto è legato al tempo della natura, non a quello della logistica.

Il ruolo della mano dell’uomo: agricoltura, cura e scelta

Parlare di autenticità significa anche riconoscere che il vino è un atto umano, non solo agricolo.
 L’intervento non va eliminato, ma compreso. Un vino autentico non si fa da solo: si fa con attenzione.
 C’è chi sceglie di vinificare in purezza, chi limita la resa per ettaro, chi lavora senza chiarifiche. Sono scelte spesso invisibili al consumatore, ma fondamentali per mantenere una coerenza tra vigna, cantina e bicchiere.

Questa coerenza si vede anche nella scelta dei materiali: acciaio per esaltare la freschezza, tonneaux per accompagnare la maturazione senza sovrastare il vitigno. Nulla è lasciato al caso.

Biodiversità e paesaggio: la vigna non è un’isola

Una cantina autentica non vive isolata nel proprio vigneto, ma in un ecosistema più ampio.
 Chi lavora davvero in sinergia con la terra sa che serve equilibrio: siepi, boschi, insetti utili, rotazioni, rispetto per ciò che non si vinifica ma che contribuisce al ciclo vitale.
 Un paesaggio sano genera uve sane. E questo, oggi, è un atto produttivo e culturale insieme.

Il vino come racconto del territorio

Un vino autentico è, prima di tutto, una storia liquida del suo luogo d’origine.
 Sa raccontare il clima, la stagione, la vigna e chi l’ha lavorata.
 Una Barbera coltivata su marne calcaree parlerà con forza e freschezza. Un Grignolino di collina, coltivato a basse rese, racconterà sfumature sottili, spezie leggere, eleganza non ostentata.
 Questo è il vino che cambia ogni anno, ma resta sempre riconoscibile nel suo stile: non omologato, ma identitario.

Hic et Nunc: quando la coerenza si può visitare

Tra le aziende vinicole del Monferrato che scelgono ogni giorno la strada dell’autenticità, Hic et Nunc rappresenta una realtà chiara, riconoscibile e trasparente nel suo approccio.
 Dalla vigna alla cantina – progettata per essere visibile e accessibile – ogni scelta è guidata da un principio di coerenza: rispetto del territorio, vinificazioni in purezza, attenzione alla biodiversità e valorizzazione dei vitigni autoctoni.
 Qui non si rincorrono le tendenze: si coltiva un’identità.
 Visitare Hic et Nunc significa entrare in contatto diretto con ciò che le aziende vinicole del Monferrato possono offrire quando il vino è il risultato di lavoro, paesaggio e visione.