Moscato di Canelli: Associazione Produttori di eccellenza e tradizione
Scoprire la storia del Moscato di Canelli ha tutto il sapore della tradizione, di qualcosa di antico e, parallelamente, che continua nel tempo.
La pregiata qualità dei vitigni del Moscato di Canelli trova la sua tutela e valorizzazione nell’Associazione produttori di Canelli.
La nascita dell’organizzazione deriva da un profondo amore per le colline che hanno dato i natali a una varietà d’uva che non ha uguali al mondo e dalla volontà di tutelare e dare adeguato risalto al Moscato d’Asti docg Canelli.
Moscato di Canelli: la strada che ha portato l’Associazione fino a oggi
Quando nasce l’Associazione Moscato di Canelli?
Era il 2001 quando un gruppo di viticoltori appassionati decidevano di intraprendere una strada non semplice, ma ricca di fascino.
L’idea di fondo dei promotori era quella di delineare, promuovere e mantenere elevati standard qualitativi di una varietà unica al mondo, quella del Moscato di Canelli.
Dieci anni dopo l’istituzione dell’Associazione, grazie a un’accurata zonizzazione del Moscato d’Asti docg, vengono identificate aree territoriali omogenee dal punto di vista climatico, storico e geologico.
Dal 2011 saranno riconosciute 3 microaree di produzione, tra cui Canelli (Asti-Cuneo).
Sarà nel 2012 che un rinnovato Consiglio di Amministrazione deciderà di delinare la denominazione Canelli.
Ma la vera e propria rivoluzione, in seno all’organizzazione, sarà quella di istituire un gruppo tecnico costituito dai soci, che attraverso degustazioni cieche svolgono indagini agronomiche e legislative, con l’obiettivo di massimizzare la promozione del Canelli in Italia e nel mondo.
La prima edizione dell’evento “Il Canelli e i colori del vino” vede la luce nel 2014 ed è un gran successo per organizzatori e avventori.
Il 2021 è un’annata cruciale per l’Associazione, che a seguito di accurate indagini e valutazioni ottiene il distacco ufficiale della sottozona Canelli dal disciplinare di Asti.
I mesi che seguono sono ricchi di attesa e speranza, poiché è stata inoltrata formale richiesta all’Unione Europea di riconoscimento della nuova docg Moscato di Canelli.
Al momento vi è gran fermento per l’auspicata pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, del riconoscimento della docg da parte di Bruxelles.
Moscato di Canelli: caratteristiche uniche per un docg inimitabile
Il vino bianco Moscato di Canelli racchiude caratteristiche inconfondibili, che annoverano un raro equilibrio tra acidità e dolcezza, con un’effervescenza che non ha uguali.
Nella zona piemontese situata fra le Langhe e il Monferrato avviene la produzione di uno dei vini più pregiati al mondo, il Moascato di Canelli.
Si tratta di una qualità connessa profondamente alle proprie terre di origine, in cui la tradizione e la passione per vitigni d’eccellenza si unisce al desiderio dei promotori di circoscrivere e identificare elementi caratteristici e unici.
La coltivazione del Moscato bianco avviene sin dal XIII secolo e si afferma dal 1600.
Una pregiata varietà d’uva a bacca bianca, particolarmente aromatica e profumata, con grappoli di medie dimensioni, a forma cilindrica oppure piramidale.
Gli acini sono tendenzialmente sferici e la buccia ha uno spessore sottile; quando esposti al sole, gli acini si tonalizzano di una delicata nuance ambrata.
I filari del Moscato di Canelli appaiono molto fitti e crescono rigogliosi nelle zone collinari dell’astigiano, ad altezze che talvolta raggiungono i 500 m di altezza.
Il sole delle Langhe non è mai troppo aggressivo e il connubio tra microclima e amore dei produttori rende la varietà unica nel suo genere.
La produzione del vino Moscato di Canelli avviene secondo diverse fasi. Quando le uve sono giunte a una perfetta maturazione, segue una delicata spremitura, da cui si ottiene il mosto.
Il passaggio che segue prevede la tenuta a basse temperature, fino alla fermentazione in apposite autoclavi.
A questo proposito, il metodo seguito è quello denominato Martinotti o Charmat.
Attraverso il processo di fermentazione parziale il mosto raggiungerà una temperatura di 5°; grazie a tale procedimento è possibile mantenere una dolcezza naturale in virtù degli zuccheri naturali già presenti.
Questo è un elemento fondamentale da sottolineare: il Moscato di Canelli non include, né mai conterrà, né zuccheri aggiunti, né CO2.
Il momento della vendemmia, che avviene tra la fine del mese di agosto e le prime 2 settimane di settembre, prevede un procedimento rigorosamente a mano.
Non sono ammessi, infatti, macchinari raccoglitori di nessun genere.
Durante la riserva, il Moscato di Canelli è in grado di esprimere appieno le sue caratteristiche uniche e può essere degustato in un paio d’anni, a partire dalla vendemmia.
Tuttavia, dopo i 30 mesi sarà possibile apprezzare un particolare affinamento del vino e aspetti inediti, che portano a sensazioni uniche al palato.
L’eccellenza del docg Canelli e l’attività dell’Associazione per la sua promozione
È vero, l’attività dei soci dell’Associazione Moscato di Canelli è volta alla promozione e valorizzazione di un vino unico e speciale, ma tutto nasce nelle colline dell’astigiano, nella sottozona Canelli.
Il territorio particolarmente ristretto, e ancora più circoscritto rispetto a quello del Moscato d’Asti, identifica una microarea produttiva dalle peculiarità inconfondibili e che, ad oggi, include solamente 18 Comuni, ubicati nelle provincie di Asti e Cuneo, tra il Monferrato e le Langhe.
Proprio la delimitazione attenta di una zona produttiva così ristretta ha consentito di comprendere i migliori vigneti di collina, escludendo quelli situati a fondovalle e, in generale, poco baciati dal sole.
L’Associazione Moscato di Canelli prevede regole molto ristrette anche per quanto riguarda l’altimetria, che deve rispettare determinati requisiti, con valori compresi tra 165 e 500 metri.
Ma non solo, poiché superati i 400 metri sono categoricamente esclusi i terreni con esposizione a nord caratterizzati da pendenze oltre il 25%.