Robot di servizio: il futuro prossimo per le aziende

Robot di servizio: il futuro prossimo per le aziende

Il mercato dei robot di servizio continua a crescere in maniera significativa, interessando vari settori. I risultati fatti registrare testimoniano l’efficacia di questa tecnologia, che continuerà a giocare un ruolo fondamentale anche con l’avvento dell’industria 5.0, rispetto alle altre elettroforniture industriali.

I robot di servizio stanno ampiamente beneficiando dello sviluppo del cloud computing e dell’intelligenza artificiale. La sensazione è quella di essere di fronte a una potenzialità ancora non del tutto sviluppata, specialmente nel caso degli ancora limitati robot umanoidi.

Robot di servizio: dati e applicazioni

La crescita dei robot di servizio è certificata dagli ultimi dati dell’International Federation of Robotics (IFR). Secondo il report, nel corso del 2023 sono entrati in funzione 205.000 robot di servizio professionali, per una crescita complessiva attestatasi al 30%. Tra le tipologie più utilizzate vi sono i robot autonomi mobili, che trovano il loro principale impiego nel settore della logistica. In questo segmento di mercato le vendite ammontano a 113.000 nuovi robot di servizio, con un consistente +35% rispetto al 2022. Altri settori in crescita sono rispettivamente:

  • Medical& healthcare: 6.200 unità vendute (+36%)
  • Industria dell’hospitality: 54.400 unità vendute (+31%)
  • Agricoltura: 20.000 unità vendute (+21%)
  • Pulizie professionali: 12.000 unità vendute (+4%)

Nel dettaglio, l’acquisto di robot di servizio nei settori agricolo, medico e delle pulizie professionali, ha riguardato prevalentemente l’Europa. Per quanto riguarda invece la fornitura, i primi 10 paesi per unità immesse nel mercato sono:

  • Stati Uniti
  • Cina
  • Germania
  • Giappone
  • Francia
  • Corea del Sud
  • Canada
  • Svizzera
  • Regno Unito
  • Paesi Bassi

I dati dell’IFR restituiscono un feedback importante anche sul modello di investimento preferito dalle aziende. La maggior parte preferisce la formula pay-per-use, che non prevede l’acquisto definitivo dei robot di servizio. In questo caso i fornitori concedono l’utilizzo del dispositivo in cambio del pagamento di un canone di affitto mensile. Si tratta di un modello flessibile, in quanto permette di scalare l’investimento in base alle reali esigenze aziendali e alle ore di utilizzo previste.

Robot di servizio: cosa riserva il futuro

A fronte di una crescita così netta, rimane da chiedersi quali sono i margini della robotica in ottica industria 5.0. Secondo il report “Thematic Intelligence: Robotics” di GlobalData, il settore della robotica arriverà a un ulteriore +14% nel 2030. Per rendere l’idea, si parla di un mercato che aumenterà il suo valore da 76 miliardi di dollari nel 2023, a 218 miliardi previsti per fine decennio.

Lo sviluppo dei robot di servizio è centrale per l’industria 5.0, che vede in un rinnovato paradigma del rapporto uomo-macchina uno dei suoi cardini. Al contrario dei semplici robot industriali, le controparti di servizio forniscono un’assistenza superiore in ambito sia professionale, che domestico. Il boom della robotica è legato a stretto filo anche al rapidissimo affermarsi dell’intelligenza artificiale. Proprio la AI, insieme ai servizi cloud, ha aumentato notevolmente l’autonomia dei robot di servizio, le cui applicazioni si rivelano più che mai decisive in contesti di scarsa manodopera o di applicazioni pericolose.

Il prossimo step? Verosimilmente i robot umanoidi. Certo, questi modelli al momento sono ancora distanti dalla loro versione fantascientifica tipica della cultura pop, ma allo stesso tempo costituiscono un obiettivo concreto per il futuro. Nel corso del prossimo decennio si potrebbero compiere importanti passi in avanti anche in questa direzione. Se si registreranno ancora progressi in termini di autonomia e comunicazione, e i costi di realizzazione caleranno, non sarà allora più inverosimile pensare a robot umanoidi in grado di sostituire completamente l’uomo. Ma sarà davvero la direzione più giusta?

Gli attuali robot di servizio mostrano funzionalità già ottimali per affiancare il lavoratore e sostituirlo nelle mansioni più ripetitive e pericolose. Il robot umanoide rischia invece di non apportare nessun beneficio supplementare, alla luce della differenza di fondo che permane tra l’agire di una macchina e quello di un umano.

Leggi anche l’articolo: Bibite gassate zuccherate e denti sani vanno d’accordo?